di Federica De Nunzio, psicologa-psicoterapeuta.
I disturbi alimentari rappresentano un problema di sanità pubblica di crescente importanza per la loro diffusione, l’esordio sempre più precoce tra i giovani e l’eziologia multifattoriale complessa.
L’Istituto Superiore di Sanità ha posto l’accento sull’importanza di richiamare l’attenzione su tali disturbi nel corso della pandemia da Covid-19 per quattro motivi fondamentali:
L’eccessiva attenzione attribuita al peso, alla propria immagine corporea e al controllo dell’alimentazione rappresentano il tentativo di placare le proprie tensioni emotive, un modo per allontanare i conflitti interni.
Esiste infatti una connessione molto stretta tra cibo ed emotività che trae origine dalla qualità delle prime relazioni con le persone significative.
Fin dalla nascita il cibo costituisce per il bambino non solo una fonte di nutrimento, ma soprattutto di affetto. Mentre da un lato, infatti, il cibo rappresenta una fonte di piacere in quanto vede il calare della tensione biologica grazie all’intervento della madre che soddisfa il bisogno del bambino, dall’altro esso costituisce un’esperienza affettiva condivisa con la propria madre, fatta di vicinanza, di tenerezza e di coccole.
La nutrizione, quindi, assume carattere interattivo, di scambio emotivo tra madre e bambino, che consente al bambino di identificare i propri bisogni e alla madre di soddisfarli.
Il bambino piccolo fin dalla nascita è in grado di comunicare il suo disagio con il pianto; ciò risulta di importanza fondamentale per aiutarlo a distinguere i propri bisogni.
Le risposte appropriate saranno per lui oltre che fonte di soddisfazione anche di stimolo alla consapevolezza sempre più chiara delle sue necessità.
Al contrario, se al momento del bisogno viene a mancare una risposta adeguata il bambino verrà a trovarsi in uno stato di confusione derivato dall’incapacità di distinguere gli impulsi biologici dall’esperienze emotive che ne derivano, nonché si troverà a vivere uno stato di tensione che diventa doloroso da sostenere e devastante in quanto il soggetto è privo di mezzi per fronteggiarla.
La garanzia di continuità affettiva che il bambino sperimenta quando la madre fornisce risposte adeguate alle richieste del bambino, consentono a quest’ultimo di tollerare l’assenza momentanea della madre e quindi la separazione. Ciò è possibile perché il bambino può, attraverso l’immaginazione, fare affidamento su un’esperienza positiva e interiorizzata di vicinanza. Sono i primi passi verso l’individuazione e l’autonomia.
Per ottenere un sano sviluppo è indispensabile quindi che ci sia comprensione da parte dell’ambiente rispetto alle necessità del bambino: quanto più appropriate saranno le risposte alle richieste, tanto maggiore sarà la capacità del bambino di differenziare le sensazioni, i pensieri e i sentimenti come da lui derivati e distinti dall’ambiente.
Dietro ai disturbi dell’alimentazione affiorano legami affettivi instabili, carenti, che spingono l’individuo, per arginare l’angoscia, a manipolare il proprio corpo attraverso il cibo, e a sedare l’angoscia causata dai traumi relazionali dell’infanzia, riempiendosi.